Acquisto azienda quali verifiche?

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di Graziano Pignatelli.

Prima di acquistare un'azienda, cosa è necessario verificare?

Come già anticipato in altri articoli - cessione azienda e subentro nei debiti -, l'acquisto di un'azienda si riferisce al trasferimento da un'impresa cedente ad un'impresa acquirente, del complesso dei beni organizzati dall'imprenditore, per l'esercizio dell'attività d'impresa. Art. 2555 c.c. brocardi.it .

Quindi, nel caso di un ristorante, per cessione d'azienda s'intende il trasferimento di tutti i beni materiali ed immateriali, compresi eventuali contratti in essere, diritti, doveri, personale dipendente e talvolta anche del marchio; che nel loro complesso sono necessari appunto all'esercizio dell'attività di ristorazione.

Con l'acquisto di un'azienda, di fatto ciò che si trasferisce è l'unità produttiva, non la titolarità dell'impresa.

Tuttavia, esistono dei casi in cui, anche l'impresa può esser acquistata, ovvero tramite l'acquisto delle quote di partecipazione di una Società, sia questa di persone oppure di capitali.

La principale differenza tra le due possibilità è che con il trasferimento dell'azienda, muterà il soggetto giuridico "impresa"; mentre con il trasferimento delle quote, il soggetto giuridico (ad es. Società) resterà invece invariato. Dalla tipologia di trasferimento, derivano, quindi, conseguenze in parte differenti, che analizzeremo più avanti.

Tuttavia, prima di acquistare un'azienda oppure le partecipazioni di una Società è necessario effettuare diverse verifiche.

Le più importanti verifiche da eseguire, sia in caso di cessione d'azienda, sia in caso di cessione di quote, riguardano:

  • la situazione economico finanziaria dell'impresa, ovvero la sua redditività e il suo patrimonio;
  • la regolarità circa il possesso delle autorizzazioni per l'esercizio dell'attività d'impresa;
  • la regolarità fiscale e contributiva, ovvero il corretto ed effettivo pagamento di tasse e contributi;
  • la forza lavoro attiva;
  • la natura e l'eventuale valutazione economica di diritti e doveri, quindi l'esistenza di contratti o posizioni giuridiche soggettive che saranno trasferite;
  • la regolarità dei locali sede dell'impresa, nel caso di subentro nel loro utilizzo;
  • l'eventuale esistenza di contenziosi di natura civile, amministrativa o giuslavorisitica;
  • la normativa generale e speciale per l'esercizio di quella specifica attività d'impresa, ovvero l'esistenza di particolari limiti o requisiti alla continuazione di questa e al subentro nell'esercizio da parte del cessionario (acquirente);
  • l'avviamento, l'autorevolezza e la storicità dell'impresa.

Quelli sopra descritti sono i controlli generici da eseguire prima di acquistare un'azienda.

Le ragioni che impongono questi controlli sono:

  • la necessità di valutare il reale valore economico dell'azienda;
  • la necessità di valutare il grado di rischio legato all'acquisto dell'azienda;
  • la necessità di limitare, ove possibile, la responsabilità per i debiti pregressi;
  • la necessità di conoscere i diritti e i doveri (posizioni giuridiche attive e passive) nelle quali si subentrerà con l'acquisto dell'azienda;
  • l'esser sicuri di poter continuare l'attività d'impresa;
  • la necessità di conoscere quali eredità l'azienda porterà con se nel trasferimento.

Molti, quando decidono di acquistare un'azienda, pensano che l'unica cosa che sia necessario controllare sia il reale valore economico di questa. Pertanto, si limitano ad analizzare i bilanci pregressi e lo stato patrimoniale dell'impresa. Ovvero, si limitano a verificare solo la congruità della redditività dell'impresa e del suo valore con il prezzo di vendita dell'azienda. Questo, anche per evitare le eventuali sanzioni previste, qualora il prezzo di vendita non fosse allineato al valore determinato dall'avviamento, come previsto dalla normativa di riferimento. Art. 2 comma 4 D.P.R. 460/96 .

Tuttavia, le verifiche pre-acquisto di un'azienda, non si esauriscono con l'analisi degli ultimi tre bilanci e dell'inventario.

Come osservato, le conseguenze che derivano dall'acquisto di un'azienda possono essere molteplici. E' assolutamente errato pensare che con il trasferimento della proprietà di un'azienda, i debiti e gli eventuali crediti rimangano in capo al vecchio proprietario (cedente).

Inoltre, il valore di un'azienda non è determinato semplicemente dalla sua redditività, ma anche da posizioni giuridiche attive o passive (diritti, crediti, debiti, concessioni, contratti, ecc.) che saranno trasferite con l'acquisto di essa.

Proprio per evitare fenomeni elusivi (es. impresa che ha debiti privati e tributari, effettua falsa cessione a terzo prestanome, per sottrarre patrimonio ad aggressione) ,considerato che con il trasferimento d'azienda si realizza la continuazione della medesima attività produttiva, la legge prevede delle estensioni di responsabilità in capo al nuovo acquirente (cessionario), tuttavia, senza liberare il venditore (cedente).

A tal proposito, l'art. 2112 del codice civile, rubricato "mantenimento dei diritti dei lavoratori in caso di trasferimento d'azienda", sancisce che:

in caso di trasferimento d'azienda, il rapporto di lavoro continua con il cessionario ed il lavoratore conserva tutti i diritti che ne derivano. Il cedente ed il cessionario sono obbligati, in solido, per tutti i crediti che il lavoratore aveva al tempo del trasferimento.

Art. 2112 c.c. cit. Altalex

Già dall'analisi di questa singola disposizione, si apprende che in caso di cessione d'azienda non sarà possibile licenziare il personale dipendente e che per i loro crediti (stipendi, tfr, ferie, permessi, contributi) sia il cedente che il cessionario sono obbligati solidalmente, ovvero entrambi per l'intero importo.

Per approfondire le questioni relative al subentro nei debiti nel caso di cessione di un'azienda, vi invitiamo a leggere l'articolo a questo link .

Chiarite le motivazioni che sottendono ai controlli, in caso di cessione d'azienda è necessario quindi verificare non solo la parte contabile/amministrativa, bensì estendere i controlli sull'impresa cedente su diverse posizioni.

Nel caso di cessioni di quote societarie, oppure di fusioni o scissioni, considerato che, come sopra anticipato, il soggetto giuridico (impresa) non muta; in tale circostanza il subentro nelle posizioni giuridiche attive o passive da parte dell'acquirente (cessionario), sarà pressoché totale e senza limiti.

In tali operazioni, quindi, si è soliti procedere con la "Due diligence" (dovuta diligenza), ovvero un controllo approfondito di tutti gli aspetti riguardanti l'impresa. Questo controllo è solitamente molto approfondito, indaga non solo la parte amministrativo-contabile, ma anche il rispetto della normativa in termini di amministrazione della società, gestione del personale dipendente, rispetto della normativa sulla sicurezza sul lavoro, rispetto della normativa sulla gestione del patrimonio, dei flussi di cassa e delle operazioni bancarie.

La due diligence è un tipo di controllo che mira ad accertare il valore dell'impresa tenendo conto dei rischi, dei benefici, delle posizioni di vantaggio o svantaggio ad essa correlate.

Questo controllo non è di tipo preordinato, ma modulabile sulle caratteristiche dell'impresa oggetto dell'operazione, del tipo di mercato, di clientela, delle dimensioni e dei mercati nazionali in cui essa opera.

Quindi, quando si parla di due diligence non è possibile elencare una lista di controlli predefiniti da poter applicare a tutte le imprese erga omnes. Ogni singola operazione di cessione di Società, richiederà una due diligence costruita su misura.

Per questi motivi anche le competenze e l'esperienza di chi effettua i controlli o la due diligence, hanno particolare peso sul risultato di questa operazione.

Infatti, i bilanci sono spesso criptici e solo grazie ad un'indagine particolarmente attenta è possibile comprendere quali particolarità si celino all'interno di un'impresa.

In questa sede non possiamo affrontare in forma esaustiva tutte le particolarità legate ai controlli necessari per l'acquisto di un'azienda oppure di una società.



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