Il Socio della Srl può risparmiare sulle tasse?
Come può il Socio di una Srl ridurre le tasse sulla Società e sulla sua posizione personale?
di Graziano PignatelliA tal fine, per il Socio della Srl è preferibile percepire gli utili sotto forma di compenso amministratore, oppure di dividendo?
Aspetto particolarmente rilevante per tutti gli operatori economici è quello di
prevedere e calcolare le tasse e la pressione fiscale, a cui l'impresa
sarà soggetta.
Rispondere ai quesiti di questo articolo non è una cosa semplice ed univoca.
Infatti la soluzione può non avere validità erga omnes (per tutti).
A tal proposito è bene precisare che solo a seconda del settore di attività della
Società, della sua dimensione, dei ricavi, degli utili e delle
caratteristiche dei Soci (es. lavoratori o di capitale, residenti o non
residenti) sarà possibile analizzare la normativa vigente e stabilire la
miglior soluzione applicabile.
Tuttavia, di seguito in forma approssimativa e non esaustiva, proviamo a dare
qualche indicazione.
Innanzitutto le Srl, a norma del decreto legislativo n. 344/2003 ,
scontano sull'utile d'impresa l'IRES, ovvero l'imposta sul
reddito delle Società, la quale attualmente è pari al 24%.
Secondo il principio di attrazione, la base di calcolo dell'Ires è normalmente
determinata sul reddito totale delle società di capitali. Art. 81 Tuir.
In presenza di un Socio unico lavoratore (es. amministratore e
lavoratore effettivamente impiegato nel ciclo produttivo), una Srl che opera
nel commercio determinerà in capo a questo, un'imposizione INPS gestione
commercianti pari a circa il 24%, che avrà come base di calcolo l'utile
conseguito dalla Srl, in misura proporzionale alla quota da egli
detenuta.
Come si traduce quindi questa posizione in termini di tassazione?
Prendendo in esame, ad esempio, la Srl con Socio unico di cui sopra;
posto che l'utile d'esercizio sia pari a 100.000 Euro, la Società
sarà soggetta al versamento di 24.000 Euro di IRES.
Al tempo stesso il Socio, indipendentemente dal fatto che si distribuisca o
meno gli utili, sarà soggetto alla contribuzione INPS gestione commercianti
con aliquota al 24% circa, pari ad altri 24.000 Euro. (la cifra è arrotondata e si
compone di quota minimale e di % applicata sulla differenza).
Infine, qualora dall'utile netto (post imposte), il Socio volesse
distribuirsi il dividendo, anche questo sarà soggetto a tassazione.
Per quanto riguarda la Srl, con la Legge 27 dicembre 2017, n. 205 (c.d.
“Legge di Bilancio 2018”) è stato stabilito che i dividendi
derivanti da partecipazioni in Società di capitali, siano tutti soggetti
ad imposta sostitutiva pari al 26%, applicata con ritenuta alla fonte da
parte della Società stessa.
Quindi, per la Società in esame, la quale su di un utile pari a 100.000 Euro ha
già versato 24.000 Euro di IRES, qualora il Socio intendesse
distribuirsi un utile pari a 76.000 euro, sarebbe soggetto ad un'imposta
sostitutiva pari a 19.760 Euro.
A questa si aggiunge il contributo INPS gestione commercianti pari a
24.000 Euro.
Senza considerare l'eventuale destinazione degli utili a riserve legali di
capitale, IRAP ed altre possibili imposte, in via semplificata possiamo quindi
ipotizzare che in presenza di un utile pari a 100.000 Euro, la tassazione
totale a cui sarebbe soggetto il Socio con la Società è pari a:
Ires: 24.000 Euro
Inps commercianti: 24.000 Euro
Ritenuta dividendo: 19.760 Euro
Totale tassazione: 67.760 Euro.
Quindi, di fatto l'utile netto per il Socio sarebbe pari a 32.240 Euro e la
tassazione reale da questi subita sarebbe pari al 67,76%.
Qualora invece la stessa Società a Socio unico erogasse a
quest'ultimo un compenso per l'incarico di amministratore, quale sarebbe in
percentuale, la tassazione reale applicata?
Innanzitutto preme precisare che:
l'Art. 1709 del codice civile
sancisce:
"Il mandato si presume oneroso. La misura del compenso, se non è
stabilita dalle parti, è determinata in base alle tariffe professionali o
agli usi; in mancanza è determinata dal giudice."
Ciò premesso, dottrina e giurisprudenza hanno precisato che in sede di
nomina può anche esser stabilito che tale incarico sia reso in forma gratuita.
Tuttavia, in assenza di specificazione, s'intenderà oneroso. Quindi, il Socio
di una Srl, che sia anche amministratore, può liberamente scegliere se
assoggettare il proprio incarico a compenso oppure no, non vigendo alcun
obbligo in tal senso.
L'incarico di Amministratore è paragonato a quello del lavoratore autonomo, o
meglio a quello del collaboratore in forma continuata e coordinata.
Infatti, gli Amministratori di Società devono iscriversi alla gestione separata
e normalmente sono soggetti (salvo alcuni casi come ad esempio quello dei
Commercialisti iscritti all'Albo, i quali possono esercitare in regime di
libera professione) ad imposizione fiscale attuata direttamente dalla Società,
come sostituto d'imposta.
Per semplificazione di calcolo e comparazione con quello precedente, anche in
questo caso analizzeremo il compenso degli Amministratori come soggetto a
contribuzione INPS gestione separata con
aliquota per il 2022 generalmente pari a circa il 24%, poiché già
iscritto ad altra forma di previdenza (gestione commercianti);
e imposizione IRPEF secondo gli scaglioni rivisti con Legge
di Bilancio 2021, senza prendere in esame possibili addizionali regionali e
comunali o altre imposte minori.
Quindi, sulla base di queste posizioni, se il Socio della Srl decidesse di
prelevare gli "utili" come compenso, piuttosto che come dividendo,
otterremmo la seguente tassazione:
Compenso lordo: 100.000 Euro
Inps gestione commercianti (minimale): 3900 Euro
Inps gestione separata: 23.064 Euro
Irpef: 24.305 Euro
Totale tassazione: 51.269 Euro
Sulla base di questo calcolo, attraverso il compenso come Amministratore,
resterebbero netti al Socio 48.731 Euro e la pressione fiscale reale sarebbe
pari al 51,26%.
In questo caso, per la quota di utile prelevata di fatto dal Socio, la Srl non
sarebbe soggetta ad IRES, poiché il compenso amministratore
costituirebbe un costo per la Società.
Da questa analisi semplificata, approssimativa e sicuramente non esaustiva e aggiornata al 2022, è
già possibile rilevare come, per la tipologia di Srl presa in esame, la
distribuzione degli utili sia assolutamente svantaggiosa, rispetto al compenso
amministratore il quale determina un risparmio di circa il 16,5%.
Tuttavia, bisogna precisare che tale affermazione non è sempre vera.
Infatti, in presenza di Socio non lavoratore, oppure di fatturati molto
elevati, potrebbe essere preferibile procedere con la distribuzione del
dividendo. Infatti in un caso, il Socio non lavoratore non è soggetto a
contribuzione INPS; nel secondo, invece, la contribuzione INPS incontra
un limite, costituito dal massimale, oltre il quale il contributo non è
dovuto.
La tassazione delle Società di capitali e dei loro Soci è una questione che
richiede uno studio approfondito di numerose variabili.
I calcoli presenti in questo articolo sono orientativi, non definitivi e
soprattutto non applicabili a tutte le realtà imprenditoriali.
Al fine di esser certi dell'imposizione fiscale a cui assoggettare la Società,
ricordiamo che risulta di estrema importanza rispettare la normativa vigente ed
evitare di esporsi con comportamenti contrari alla legge e ricostruzioni non
veritiere della contabilità d'impresa.
Esclusivamente attraverso una corretta pianificazione fiscale che rispetti la normativa nel suo complesso, sarà possibile abbattere la pressione fiscale ed esser certi che gli utili conseguiti, non siano poi aggrediti da possibili contenziosi con l'amministrazione finanziaria.
Lo Studio Tributario Buildmark, in virtù della maturata esperienza e delle competenze multisettoriali dei propri collaboratori, è in grado di seguire le imprese clienti a 360 gradi, sia in tema di consulenza fiscale, sia in tema di gestione dell'impresa.
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